Skip to main content

Cos’è il Flow

“To be in the bubble”

Il primo ad occuparsi di Flow – stato di grazia, momento magico- è il ricercatore americano Mihaly Csikszentmihalyi, all’inizio degli anni ’70 presso la Claremont Graduate University.

Gli studi sull’insorgere del flow nei contesti e nelle attività della vita di tutti i giorni, lo portano ad elaborare la “teoria del flusso di coscienza”, definendola “esperienza ottimale” o “lo stato in cui le persone sono così immerse in ciò che stanno facendo, che tutto il resto sembra non avere importanza”.

L’esperienza di Flow è caratterizzata da un elevato livello di concentrazione e di partecipazione all’attività, dall’equilibrio fra la percezione della difficoltà della situazione e del compito (challenge) e le capacità personali (skills), dalla sensazione d’alterazione temporale, (l’orologio interno rallenta, mentre l’orologio esterno accelera), da un interesse intrinseco per il processo che produce un senso di piacevolezza e soddisfazione.

Un discorso che parte da lontano

In particolare, Martin Seligman, approfondisce gli studi sul flow, considerato come uno dei principali elementi per una vita appagante (engaged life) e ricca di significato (meanigful life).

A partire dagli anni 2000, il tema diventa di forte interesse scientifico e nei suoi risvolti applicativi.
Nel dialogo costante con la tradizione filosofica e con i modelli psicologici legati all’affermazione e all’espressione del sé, gli studi sul flow hanno l’obiettivo di analizzare i fattori capaci di trasformare un’esperienza momentanea in stato psicologico ottimale.