La psicologia dello sport si presenta oggi come area teorico-applicativa, in cui convergono e si integrano i contributi delle scienze dello sport e delle discipline psicologiche.
In linea con le attuali tendenze della Positive Psychology, l’approccio applicativo tende a costruire il modello di funzionamento ottimale dell’atleta – sia nell’età dello sviluppo che ad alto livello agonistico – e a supportarne e svilupparne le condizioni di funzionamento ottimale.
Lo sport, sempre più alla ricerca di risultati richiede, a partire dai settori giovanili, un allenamento integrato che tenga conto delle diverse componenti alla base della prestazione.
Complesso, ma di grande fascino “il mestiere di psicologo dello sport”: a lui il compito di difendere il giovane atleta dalle presenze – quanto mai necessarie in Italia- ma talvolta dannose dell’ adulto, educare al ruolo del mentale, supportare un fine carriera: di outplacement oggi si parla ancora troppo poco.
Lo stato di flow – presupposto della prestazione eccellente – è la base da cui muove il lavoro di preparazione mentale, un percorso progressivo di consapevolezza delle proprie potenzialità. Protagoniste le nove dimensioni del flow.